DA CHE PARTE CI SCHIERIAMO:
CON L’AMORE E LA VERITA’ O CON LA … CATTIVERIA?
L’egoismo, la confusione e la cattiveria che investe la società di oggi, investe anche i nostri giovani.
Ne è prova la storia di Amanda Todd, la ragazza canadese che si è tolta la vita perché perseguitata e uccisa moralmente dall’uso perverso dei social network a disposizione della società di oggi. Ne hanno parlato i giornali nei mesi scorsi, ma è un episodio rivelante di quanta corruzione e cattiveria possa entrare in campo per vendicarsi di una persona che non vuole accettare di essere strumentalizzata. E’ vero che anche lei stessa all’inizio ha accettato la provocazione dell’amico, ma quando poi si è rifiutata di essere coinvolta in una catena di male, lì è scoppiata la rabbia di chi voleva strumentalizzarla ed è cominciata una sequenza di diffamazione che l’ha perseguitata ovunque senza lasciarle tregua, tanto da portarla a scegliere la morte.
Colpisce anche il fatto che non abbia trovato una mano tesa, pronta, disponibile ad aiutarla.
E alcune domande sorgono spontaneamente dentro di noi.
Ad esempio: perché tanta cattiveria?
Si vive in modo egoistico, alla ricerca del più facile, del proprio tornaconto, del piacere immediato. I giovani che sono portati con più facilità a lasciarsi portare da ciò che appare facile e promettente, (anche se illusorio), vuoti di valori e senza punti vitali di riferimento, usano i mezzi che la nostra società mette a loro disposizione per soddisfare i sentimenti e gli istinti più immediati senza tante volte pensare alle conseguenze nefaste ed enormi delle loro scelte e delle loro azioni, conseguenze che a volte superano le loro previsioni e si rivelano perverse nello scopo e distruttive verso chi è preso di mira.
Il vuoto, la cattiveria, il disorientamento della società di oggi si riversa sui nostri giovani.
Una seconda domanda sorge spontanea: come mai Amanda si è sempre rivolta a persone sbagliate e non ha trovato una mano tesa , pronta ad aiutarla?
Questa ragazza, vittima di una enorme sofferenza, non ha trovato una persona capace di capirla ed aiutarla ad uscire da quella situazione. Anche i genitori, che hanno pure cambiato città per farle cambiare scuola e amici, non sono stati capaci di aprirla ai valori veri e costruttivi della persona e della vita. Questo rivela una mancanza ormai diffusa non solo di valori, ma anche di persone che diventano punto di riferimento e di orientamento per i giovani…
Non solo ma i giovani non sanno più cercare le persone giuste… e le persone giuste non sanno più cogliere i drammi e le interiori difficoltà dei giovani.
I giovani si rinchiudono nel loro mondo e gli adulti, sentendosi praticamente esclusi, fanno altrettanto. E’ fondamentale saper superare tali barriere con un amore più grande della freddezza iniziale e trovare il modo di tornare a una comunione vera, semplice, profonda e costruttiva. Certo non è facile, perché il giovane sovente è superficiale e se percepisce aria di impegno è portato ad allontanarsi. Ma non ci dobbiamo fermare e, con l’aiuto dei giovani che ci credono, dobbiamo veramente riuscire a entrare nella loro vita e illuminarla con la luce dello Spirito che fa “nuove tutte le cose”, portare loro i valori veri, quella purezza di cuore e di corpo che fa brillare i loro occhi e fa loro “vedere Dio”.
Inconsapevolmente, ma nel loro più profondo, essi aspettano proprio questa luce che li realizza in pienezza e li apre al dono di sé per costruire con Dio la loro storia e portare a compimento la missione da sempre loro affidata dal Creatore.
Noi siamo chiamati ad essere strumenti, canali, portatori di questa luce e di questo Amore.
Padre Sergio Raiteri (maggio 2013)